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Il gioco nella letteratura: le opere più famose

Il gioco ha da sempre rappresentato un importante aspetto del quotidiano di popoli e culture. In esso ritroviamo vizi, virtù e vezzi della società e infatti in ogni epoca artisti, intellettuali e gente di cultura ha rappresentato nelle proprie opere i momenti di divertimento e intrattenimento del popolo. Nella pittura, nella scultura, poi anche nel cinema e nella musica e ovviamente nella letteratura i momenti ludici e le attività ludiche sono state sia sfondo che protagonisti di importanti opere. Il gioco infatti è stato spesso utilizzato come metafora della vita per registi o scrittori, nel bene e nel male, nei suoi aspetti benefici e come allegoria per spiegare le sfide grandi e piccole della vita. Oggi invece il gioco ha mille sfaccettature, ancor più nella sua versione digitale grazie a giochi come la briscola online, la scopa, ma anche i giochi da sala come roulette, poker e blackjack dove non c’è molto di teorico ma più di pratico come impatto nel quotidiano della gente. Ma resta ancora oggi un ambito che si presta ad essere metafora dei vari aspetti della vita. Il tema del gioco era, ed è, utilizzato nelle opere più famose per parlare della furbizia e del raggiro per certi versi, ma anche per creare suspense e tensione narrativa, per esplorare la natura umana, per creare un senso di comunità e di appartenenza con il legame che crea un gioco svolto insieme, o ancora per per trasmettere messaggi morali e sociali.

Il giocatore – Fedor Dostoevskij

È uno dei punti di riferimento della narrativa russa dell’ottocento. Ne “Il giocatore”, Fedor Dostoevskij usa l’escamotage del gioco per realizzare stereotipi di questo mondo, categorizzare i giocatori, dai disperati ai nobili fino ai ladruncoli, e spiegare i lati positivi e negativi di esso nella vita. La gioia della vittoria, il successo, i soldi, ma anche barando. E poi ad un certo punto, come tutto, arriva il momento in cui bisogna fare i conti con il finale del gioco e della propria vita, dove si devono “scoprire le carte”. E lì ci si accorge che si è barato per tutta la vita.

I ragazzi della via Pál – Ferenc Molnár

I giochi di strada in questo caso sono un espediente per raccontare i bambini e come si creano legami tra loro con un nulla. Un romanzo che racconta gli eroismi, le rivalità, le lotte e le gioie per la conquista di un pezzetto dove giocare, tra due gruppi di ragazzi rivali. Un must per generazioni intere di ragazzi e ragazze, innamorati di questa opera delicata e formativa.

Le memorie di Barry Lyndon

Un romanzo di William Makepeace Thackeray dove il gioco è protagonista quando Redmond Barry incontra Chevalier de Balibari e lo convince a giocare. I profitti saranno numerosi ma le vicissitudini in seguito a questo saranno altrettanto numerose, influenzando la vita di Barry. Dal romanzo ne trasse ispirazione anche Stanley Kubrick per girare il suo film, “Barry Lindon” appunto, con Ryan O’Neal, scomparso di recente, nei panni del protagonista.

Fu Mattia Pascal

La storia di Mattia Pascal, caduto in miseria e costretto a emigrare in America, dove trova in una vetrina di una libreria un libricino sui segreti per vincere alla roulette. Effettivamente vince e decide di cambiare vita, grazie anche ad uno scambio di persona quando legge che nel suo paese un suicida è stato riconosciuto in lui. Ma le cose non finiranno bene e la sua vita si ritroverà ad essere piatta e monotona. Il gioco qui viene utilizzato come espediente per dire che chi vince non deve credere di essere arrivato al successo e che con esso si può cambiare vita, ma questa va vissuta sempre e con coraggio. Foto di Kimberly Farmer su Unsplash

Colafiotto Paolo

Ingegnere informatico classe 1979, scrivo su c4comic.it perchè sì.
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