Suore ninja – La serie
Premessa: questa è la recensione di un cattolico nato nel lontano 1971, epoca in cui si credeva ancora in Gesù bambino e Babbo Natale era il testimonial della Coca Cola, si andava a messa per prendere gli scapaccioni, il web e tipi come Adam Kadmon erano fantascienza come la terra tonda per i vichinghi, il sesso era una cosa da grandi e Pippo Baudo era giovane.
UNA RIVALSA CATARTICA
Suore Ninja per me è una rivalsa catartica, tralasciando l’aspetto comico che è quello dominante, Davide La Rosa, tra frizzi e lazzi fa riflettere. L’autore è uno che la Bibbia se l’è letta tutta (non per nulla ha scritto il seguito) e le citazioni sono dottissime, penso che Davide ne sappia su Iddio sicuramente più di tante vecchie incappucciate con un piede nella fossa che puliscono le case dei preti per un posto in paradise. Ridi amaro, perché nascosta tra i miliardi di battute, c’è nascosta la “Verità Assoluta”. Ci sono più rimandi colti e ricerca in un suore Ninja che in un Martin Misterè di Castelli. Il San Frankestein ad esempio, se ne potrebbero fare eserciti…avete idea di quante tibie ha San Pietro sparse per le chiese del mondo? Le citazioni dei film e dei cartoons sono copiose con un grillesco vaffanculo del copyright che ha del diabolico, mai e poi mai avrei immaginato di vedere Chobin, La Pimpa e “Paolo Brosyo” nella stessa serie. I personaggi più deboli, il contorno di una storia dove il piatto forte è il Papa caprone Costantino Vitaliano, sono proprio le “suorelle” un po’ stereotipate nei loro ruoli, la Gegia geek, la Xena battagliera e Nonna Adalgisa ahimè non spaccano. Le matite di Vanessa Cardinali sono una gioia degli occhi, l’artista ha stile da vendere ed un tratto subito riconoscibile. Le tavole sono piene di particolari ma sempre perfettamente leggibili, una George Perez buffa.
TUTTI AD OFFENDERSI
L’hanno presa male i cattolicissimi, ma quelli che ne capiscono d’umorismo? Il loro dogma religioso è basato sui punti “sfiga e dolore” con un dio che è triste se tu ridi (essere unti del signore, come recitava Giobbe Covatta è na bella sola). Suore non ha avuto il tam tam pubblicitario delle DisneyBonellate, perché alcuni editori erano impauriti dalla tematiche religiose degli albi ma secondo me chi ne ha parlato male non l’ha mai letta con attenzione. La cattiveria non sta da queste parti, solo i bestemmioni del Don Zauker di Caluri e Pagani potrebbe far crollare le mura della Gerico dei fumettofili vecchi dentro che non hanno capito la cifra e l’innovazione del primo fumetto italiano moderno in edicola. Il primo divincolato figlio della rete che spara in faccia al grosso pubblico la filosofia hater, pop, atea, irriverente, nerd, giovane, sbarazzina e lucida d’internet. Credo che il “grosso” dei critici della carta disegnata avrebbe voluto una satira costruita, cazzate arty come quelle della scuola frigideriana, roba d’elite che adesso è irrimediabilmente vecchia e fa l’effetto sbadiglino\bagaglino.
Un sciur fumetto pop che se non avete comprato e letto e ovvio che vi meritate saguari per tutta la vita.
Suore Ninja #1
Suore Ninja #2
Suore Ninja #3
Suore Ninja #4
Suore Ninja #5
Suore Ninja #6
E’ una recensione stupenda… grazie di cuore!
Davide.
Grande “Maestro!”
Anche a me era piaciuta parecchio all’inizio ne scrissi infatti un commento positivo anche sul mio blog. Poi col passare dei mesi l’interesse è scemato, tanto da farmi abbandonare con il numero 4 e rivendere la serie. A conti fatti giusto elogiarne il coraggio e per farsi due risate è una serie che merita, diciamo che ora preferisco comunque leggere altro.
Ciao
E’ il primo fumetto “nuovo” in Italia che non sia uscito per il circuito delle librerie, insiema al Panda di Bevilacqua