Worst – La legge del più forte
Di questi tempi, se non si è in una banda, non ci si può nemmeno mostrare in giro! Beh, sapete cosa vi dico? Vaffanculo! Ho deciso di combattere per la mia libertà!
IL MANUALE DEL PEGGIORE
Innanzitutto devo fare una confessione: l’acquisto della serie di Worst è stata fatta comandata dall’impulso del web, in uno slancio casuale, convinto e suggerito più dalla vivacità delle copertine che dalla conoscenza della serie, quindi il mio avvicinamento al prodotto è stato frutto di un incontro casuale non influenzato in nessuna maniera da suggerimenti o rimandi esterni. Ammetto allo stesso tempo una certa diffidenza quando me lo sono trovato tra le mani, quindi per un po’ l’ho dimenticato su una mensola della libreria di casa, fino a che di recente mi sono deciso a leggerlo… E adesso sono qua a parlarne. Worst, letteralmente si potrebbe tradurre con “il peggiore“, inteso come se fosse un’aspirazione, un traguardo, un limite e non un’etichetta o un commento spregevole. Il cuore del tema non è molto lontano da quello che già ci è noto osservando i prodotti giapponesi, la scuola, una delle ambientazioni più care ai mangaka di ogni tempo. Ma andiamo per gradi.
Il protagonista è Hana Tsukishima un ragazzone ingenuo che arriva nella capitale dalla provincia per studiare. Finirà nel temutissimo istituto Suzuran, famoso per essere un covo di celebrati teppisti, dediti alla violenza, al combattimento di strada e ad ogni sorta di provocazione finalizzata sempre allo stesso scopo: fare a botte. Hana troverà nonostante tutto subito nuovi amici, compagni di alloggio che diventeranno per lui come una famiglia. I primi numeri della serie sono un susseguirsi di risse, manifestazioni di mascolinità, incontri furiosi della peggior specie, nei quali poco per volta si presentano i numerosissimi protagonisti di questo manga. Davvero difficile (almeno per me) ricordarsi il nome di tutti i personaggi che si susseguono a più riprese nelle rappresaglie, infatti risolte le vicende gerarchiche dell’istituto saranno le bande cittadine delle altre prefetture a fare da spalla per incontri sempre più coinvolgenti e sconclusionati. Ma non fatevi una cattiva idea, perché il pretesto delle botte è solo il punto di partenza, intorno alla quale fioriscono tanti altri temi. Sarà l’amicizia, la lealtà, la comprensione, a concedere un po’ di tregua. Il manga trova spunti di leggerezza insospettabili, dove i protagonisti scivolano dell’ironico, nella battuta facile, rivolgendosi al lettore sotto una luce smorzata, che ammorbidisce tutte le spigolature. Le fisionomie sono così marcate che sembra di veder sfilare squadre intere di bulletti alla moda, caratterizzati da profonde sfaccettature caratteriali che li rendono unici e in fondo amabili, insomma fatti a posta per schierarsi e trovare un paladino da sostenere.
METROPOLITANO
Hiroshi Takahashi è l’autore che ha realizzato questa serie completata in 33 volumi. L’ambientazione ha una forte impronta metropolitana, dove certe periferie risultano marginali, dove le regole arrivano con minore convinzione e i padroni dei quartieri sono coloro che si proclamano a capo delle strade dove vivono. Il manga può essere classificato come un fumetto di combattimento anche se non sono le arti marziali o i tornei come al solito ad essere al centro della scena, pare invece esserlo l’ardore adolescenziale esaltata dallo scollamento sociale, sempre più radicato e impenetrabile. Leggendo la storia ci si accorge poco per volta che è pure disegnato molto bene, le ambientazioni sono estremamente curate, il tratto è deciso e commisurato agli attori che riempiono la scena; la scelta dei punti di vista varia e spesso di aprono pagine intense e intrise di passione. Non rimarrà negli annali come uno dei migliori fumetti di sempre, ma saprà ritagliarsi un posto di tutto rispetto, impossibile resistere alla dinamica degli eventi purché se ne scopra il giusto significato.
Grazie mille, lo aggiungerò tra le cose da leggere
Ottima recensione, consiglio anche il prequel “Crows”, ambientato un anno prima delle vicende narrate in Worst e considerato, almeno in Giappone, il vero capolavoro di quest’autore.